Eccomi a 24 ore di distanza a raccontare della prova in mare del Petrel 28 costruito per Salvatore da Tecno Legno Yacht, primo esemplare ad andare in acqua.
La prova si è svolta fuori della laguna di Grado, nel nord Adriatico, con condizioni meteo condite da un vento da NW tra i 12 e i 14 nodi, e una onda corta e ripida valutabile intorno agli 80 cm di altezza;
a bordo siamo io, Claudio, titolare di TLY, l'armatore Salvatore, e Sergio Mistro di Velablog, gradito ospite; in totale non siamo proprio dei pesi leggeri, diciamo che siamo sugli 85-90 kg di media, abbiamo anche mezzo serbatoio di carburante, mezzo di acqua dolce, e la barca, complici i pregevoli lavori di ebanisteria degli interni non è proprio un peso piuma.
Partiamo dall'uscita dal porto: la barca, equipaggiata con un yanmar 20 HP con elica a pale abbattibili a “becco d'anatra” , risulta molto manovrabile anche negli spazi ristretti degli ormeggi tra le bricole; usciti nel canale diamo motore con onda quasi in prua; il responso è:
- 1800 rpm : 3,4 kn
- 2800 rpm : 5,6 kn
- 3300 rpm (massimo): 6,3 kn
diamo su tutta randa per valutare come si comporta la barca, controlliamo sartie e alberatura , la barca è quasi neutra, docile alla barra anche in una situazione nella quale dovrebbe essere orziera in maniera più marcata; usciamo dal canale della laguna, il fondale passa da un angosciante (per me, tutto fuorche lagunare) 3-4 metri ad un più rassicurante 9-14 m, srolliamo il fiocco e cominciamo a bolinare con il piano velico completo per capire come si comporta la barca.
La prima cosa che colpisce è un passaggio sull'onda molto morbido, la barca va via senza piantarsi, molto docilmente; per quanto la si “strattoni” all'orza mantiene un comportamento molto soft senza pestare sull'onda, solo le più corte e ripide provocano degli schizzi che non vanno oltre il pozzetto ancora; la barra rimane sempre molto controllata, il feeling al timone cambia pochissimo al variare dello sbandamento della barca, non si ha mi la sensazione che stia tirando all'orza a carena sbandata tanto da dover correggere bruscamente, né che la pala del timone sia al limite dello stallo; i riscontri di velocità sono più che soddisfacenti per una barca che non faceva della stessa uno dei suoi cardini progettuali: facciamo stabilmente 5-5.4 nodi di bolina stando a circa 50-55° dal vento, se stringiamo a 40-45° la barca si stabilizza su un passo di 4- 4.5 nodi, e la sorpresa piacevole è che basta farla poggiare appena e nel giro di 15 secondi riprende il suo passo dimostrando una buona accelerazione, cosa che abbiamo notato anche all'uscita dalle virate, lo sbandamento è sempre dolce e progressivo, la sensazione (da verificare) è che probabilmente sino ai 17-18 nodi possiamo tenere tutta la tela a riva in bolina stretta senza stressarci al timone più di tanto; di bolina larga-traverso il passo si attesta stabilmente sopra i 6 nodi con punte sui 6 nodi e mezza quando l'onda ci da una manina d'aiuto, il lasco denota una buona stabilità di rotta e velocità intorno ai 5 nodi ; stiamo fuori un paio d'ore, il pozzetto ampio anche per 4 adulti e il comportamento della carena rendono lo scafo davvero adatto a crociere in scioltezza, anche in condizioni di vento e onda che renderebbero più nervose e scomode carene di impostazione più sportiva;
la sensazione complessiva è quella di uno scafo sano dalle reazioni molto facilmente leggibili, che perdona gli errori a skipper non esperti, o semplicemente stanchi ; ci avviamo al rientro, tiriamo un bordo di bolina mure a destra dentro le bricole del canale, sino a quando diamo motore e ammainiamo fiocco e randa; le manovre di ormeggio sono senza storia, la barca evolve come deve essere, basta darle un po' di abbrivio con una marcia indietro di qualche secondo senza mai smotorare, e si rientra precisi all'ormeggio;
Personalmente la prova mi ha tolto qualche punto interrogativo dalla testa, perchè per quanto ci si studi sopra e si confrontino le linee d'acqua con altri scafi in circolazione, la prova in mare su una nuova carena è sempre un momento di esame nel quale si capisce se si è andati nella direzione giusta; e in questo caso le priorità di progetto che mi ero messo come punti fermi, cioè aver uno scafo che unisse prestazioni ragionevoli ad un buon equilibrio complessivo e a una spiccata facilità di conduzione, sono state rispettate